22 giugno, 12:00 - 13:15
Complice la pandemia mondiale, il processo di virtualizzazione delle organizzazioni aziendali sta diventando una realtà diffusa, anche nel nostro Paese. Vedendo infatti la forte rapidità con cui le aziende hanno adottato il lavoro da remoto, si può ben sperare di cogliere un’irrepetibile occasione per reimpostare il lavoro sulla base di un modello ibrido, che se predisposto in maniera adeguata, permetterà di rendere la vita lavorativa più significativa, produttiva, agile e flessibile.
Per riuscire in questa transizione è fondamentale abbandonare la tradizionale impostazione della leadership, per la quale le persone si riescono a gestire solo se sono “a portata di vista”, e affrontare una scelta strategica originaria che ridisegni la nuova dimensione dell’organizzazione dove le relazioni sono basate su un’effettiva collaborazione professionale che prescinde dalla prossimità fisica e dalla intensità della relazione sociale.
In questa impostazione il principio base è la delega di responsabilità, affiancata da una puntuale individuazione dei ruoli e dei compiti principali. Bisogna dunque chiedersi se le modalità ibride valorizzano l’azienda e ne sostengono la cultura. La sfida è trasformare i gruppi di lavoro da remoto, con le loro innegabili complessità, in un elemento che rende l’organizzazione più agile e vincente sfruttando i vantaggi che questi offrono.